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Un istante che passa, del presente, inaugura di volta in volta, da una lirica all'altra, nell'opera ciampiana, la riabilitazione di una memoria. È un varco, quello che si dischiude, nella poesia di Sara Ciampi, mosso da uno sguardo o da un'occasione qualsiasi - un cardellino in volo come un giocattolo per caso riemerso - che immette l'anima della poetessa nell'altrove di ciò che è stato e che non è più. E come dall'alto, come da un punto panoramico hic et nunc, lo sguardo si volge allora in basso o indietro, scoprendo, in quell'altrove, e in quella lontananza ormai irraggiungibile, la sola felicità. Se tradizionale è il modo della prospettiva, in perfetto stile italiano - sostenuta com'è da una razionalità che tutto mira, evoluta e matura, disillusa e filosoficamente incline alla nostalgia -, si tratta in ogni caso di un sistema complesso, questo, sperimentato e approfondito da anni di premure e di labor limae. (Dalla Prefazione di Andrea Pellegrini)